La fuga degli ucraini e l'esodo dei russi: le differenze
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Direttore: Alessandro Plateroti

La fuga degli ucraini e l’esodo dei russi: le differenze

Il grande esodo degli ucraini è rispecchiato dai russi. 100.000 cittadini della patria di Putin hanno iniziato ad andare via dal loro Paese.

Non sono soltanto i cittadini ucraini a fuggire dalla guerra, ma anche i russi. Le conseguenze economico-sociali del conflitto scatenato da Vladimir Putin hanno anche pesanti ripercussioni sui cittadini russi, specie quelli di ceto medio-alto. Il timore? Quello di restare bloccati in una nazione che non ha futuro, ormai sola a livello economico e ostracizzata a livello politico dagli altri Stati, inorriditi da quanto accaduto per volere del dittatore Putin.

La libertà, inoltre, non esiste più. I manifestanti russi vengono arrestati, come nel caso della giornalista che aveva sbandierato il proprio dissenso durante il telegiornale sul primo canale della televisione di stato russa. L’impoverimento, inoltre, sta già cominciando, con il rublo che, a detta di Biden, vale “un penny”. I bancomat di Mosca e San Pietroburgo sono stati svuotati, e le medicine si stanno via via esaurendo.

Bandiera della Russia e dell’Ucraina
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Chi scappa dalla Russia, a differenza dell’Ucraina?

Mentre in Ucraina donne e bambini sono i principali protagonisti dell’esodo, in quanto gli uomini che possono combattere restano indietro a difendere la patria, dalla Russia scappano principalmente i giovani, uomini e donne. Specie gli universitari stanno decidendo di scappare dal Paese russo. La massa dei cittadini anziani e quelli che vivono nelle campagne, meno istruiti, più poveri e più legati ad un vecchio concetto di Unione Sovietica, non deciderebbero mai di andare via dalla loro patria. Dalla Grande Russia I giovani, invece, istruiti e desiderosi di vivere in un mondo globalizzato che lotta per democrazia e libertà, stanno fuggendo sempre di più.

Dunque, se in Ucraina i cittadini sono costretti a fuggire dalla guerra, in Russia si scappa dall’impoverimento e dalla mancanza di diritti. Le mete preferenziali sono Finlandia, Estonia, Lettonia, Georgia, Azerbaigian e Kazakistan. A Tbilisi, Georgia, sono arrivati ben 25mila russi. Numeri ridicoli rispetto all’esodo degli ucraini, ma che fanno comunque pensare all’impatto della guerra anche nel Paese aggressore. Il treno che va ad Helsinki, Finlandia, è sempre pieno. I passeggeri sono perlopiù giovani ed universitari. Temono tutti di essere bloccati in un Paese “senza futuro”.

Gli anziani che scappano, a differenza dei più giovani, pur essendo una minoranza, condividono i sentimenti di paura rispetto alla deriva guerrafondaia del proprio Paese. Una donna ha detto alla televisione italiana di amare il proprio Paese, seppure sia “la Russia che non ama noi”, riferendosi ai cittadini russi. Una situazione problematica per Vladimir Putin, che fa capire il fatto che il consenso unanime del proprio popolo non può essere una certezza, specie negando diritti fondamentali dell’uomo, come la libertà di espressione. Riuscirà il dittatore russo a mantenere il controllo sulla propria popolazione o i cittadini russi si ribelleranno al proprio leader? L’Occidente spera nella seconda ipotesi.

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ultimo aggiornamento: 16 Marzo 2022 16:55

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